Storia di una gifter nel Regno Unito :)

Sto trovando molta difficoltà a mangiare bene a Cardiff.

Per la prima volta mi trovo in una situazione di empasse  che fatico a superare e non riesco a focalizzare bene.

Quando viaggio porto sempre con me un po’ di alimenti per le emergenze e così ho fatto anche questa volta e nella mia valigia ho messo farine integrali compresa quella di mandorle, frutta secca e semi, oltre al mio adorato cioccolato.
Grande cioccolato, mi ha salvato la vita in un paio di occasioni perché l’ho mangiato nei momenti di crisi e l’ho anche offerto per stabilire un contatto con le persone che mi stavano attorno.

Ma vi sono delle oggettive difficoltà che non riesco a gestire, forse perché mi hanno colto di sorpresa, forse perché molto lontane dal mio modo di trattare con le persone e con gli ospiti. Si, credo che il fattore sorpresa sia stato determinante nel creare in me una oggettiva difficoltà.

Per prima cosa gli inglesi non fanno più colazione con Eggs and bacon ed è disarmante apprendere questa notizia. La loro colazione è dolce e zuccherata, come la nostra o forse anche peggio. Al mattino prendono infatti delle tortine dolci preconfezionate, ricoperte di marmellate zuccherate o creme al cioccolato che con la miella non hanno nulla a che fare, e le accompagnano con una tazza di latte o del tè e niente più. Non ci potevo credere….

Lo zucchero in tutte le sue forme, anche liquida, ormai rappresenta l’ingrediente principale nella dispensa. Ho trovato infatti zucchero di canna, zucchero bianco, sciroppo di glucosio, stevia, miele e aspartame in fila in uno scaffale della cucina, il tutto vicino a del nescafè solubile

Ma lo spiazzamento più totale è arrivato quando la signora che mi ospita mi ha detto che non potevo usare i fornelli nemmeno se lo avessi voluto, per cui niente pancake o crepe per me e niente uova al mattino.

Ovviamente non mi sono arresa del tutto ed ho preparato le uova al microonde per assicurarmi una colazione più proteica. Ma Cindy si è un po’ scocciata per le mie richieste e per il trucchetto escogitato nel prepararmi le uova rifiutando i suoi cookies;  si è creato subito un piccolo muro tra me e lei ma io non voglio si erga ancora più alto, primo perché non è casa mia e secondo perché non voglio iniziare con le ripicche;  per questo stasera mi sono accordata sulla cena, accettando il suo pesce e chiedendo di abbinarlo a delle verdure fresche che mi comprerò appositamente e spero così di trascorrere una piacevole serata in una english family.

Senza fermarmi però a sterili incomprensioni tra donne mi piacerebbe invece fare un discorso più ampio sulla situazione cibo nel Regno Unito.

Ho trovato poca cura e attenzione in generale verso l’alimentazione sana a cui noi gifter siamo abituati, sebbene in una fattoria didattica ci fossero dei cartelloni per invitare le persone ad aumentare il consumo di frutta e verdura e quello di carne fresca.

Sono entrata in un paio di supermercati e come prevedibile ho trovato pochi vegetali, anzi pochissimi, molto cari oltretutto. Non ho visto cereali integrali ma ciò che più mi ha colpito è la massiccia industrializzazione del cibo, molto più marcata rispetto all’Italia. Poco di quello che si trova sugli scaffali è cibo fresco e vero. Ormai è tutto surgelato, inscatolato e addirittura imbustato e precotto.

I ragazzi per pranzo hanno dalle famiglie ospitanti degli striminziti panini con pane in cassetta ripieni di affettato, formaggio e salse e accompagnati da un dolcetto confezionato e un pacchetto di patatine. Io ho rifiutato il pranzo dalla signora e mi preparo delle insalatone (fredde così non devo usare i fornelli) mantenendo così freddi anche i nostri rapporti.
Da Cardiff è tutto.

Speravo sinceramente di avere delle notizie migliori ma sappiate che non mi arrendo e nei prossimi giorni mi dedicherò alla ricerca di negozi biologici e di Healthy food per cercare di capire se anche qui vi sia qualcuno che siano delle cellule sane che possano fare da volano per migliorare la salute di tutti.